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Archivio di Stato di Bari

Breve guida ai complessi archivistici

----In allestimento----

Bari

L'Archivio di Stato di Bari conserva complessivamente circa 40 chilometri lineari di documentazione archivistica, compresa in un arco cronologico tra l'XI secolo e la fine del XX, proveniente da enti, magistrature e istituzioni del periodo preunitario e da organi periferici dell'amministrazione dello Stato unitario, nonché archivi notarili, di corporazioni religiose soppresse, di enti pubblici e di istituzioni private, e infine archivi di famiglie e di persone.

Il patrimonio documentario ha il suo nucleo più antico nella Sezione diplomatica, che copre un arco cronologico che va dagli ultimi anni dell’XI secolo alla prima metà del XIX. La parte più consistente di questa sezione è il Tabulario diplomatico, costituito da documenti pubblici, frammenti di codici liturgici musicali e atti notarili, databili tra il XII e il XIX secolo, che furono successivamente impiegati dai notai come copertine per i volumi dei propri atti e che, proprio grazie a tale riutilizzo, sono stati conservati. Appartengono alla Sezione diplomatica anche la Raccolta Nitti, pervenuta all’Archivio di Stato nel 1944 alla morte di Francesco Saverio Nitti, archivista della Basilica di San Nicola, costituita da atti relativi alla gestione delle attività del Monastero di San Giacomo di Bari e il Libro rosso dell’Università di Bari, che contiene la trascrizione di privilegi e statuti relativi all’istituzione.

Tra la documentazione post-unitaria, particolarmente rilevante il Fondo Ufficio Albania di Bari, versato all’Archivio di Stato dalla Prefettura, che conserva la documentazione prodotta tra il 1921 e il 1943 dal Consolato generale di Albania a Bari, sostituito nel giugno del 1939, subito dopo l’annessione dello stato balcanico all’Italia da parte del governo fascista, dall’Ufficio degli affari di Albania. Il complesso archivistico, formato da documentazione in minima parte in lingua italiana e francese e per la quasi totalità in lingua albanese, riveste particolare importanza dal punto di vista storico, avendo il Consolato generale di Bari competenza su gran parte del territorio dell’Italia meridionale e, costituendo così, in uno con il fondo bibliografico annesso, fonte privilegiata per lo studio dei rapporti istituzionali, politici ed economici tra l’Italia e l’Albania. Di considerevole interesse la serie Schedario politico provinciale, prodotta dal Gabinetto della Questura e relativa alla sorveglianza sulle personalità ritenute sovversive e pericolose per l’ordine pubblico e la sicurezza, che contiene la scheda personale di Gaetano Salvemini, deputato socialista tra i firmatari del “Manifesto degli intellettuali antifascisti”, e quella di Giuseppe di Vittorio, politico antifascista, e protagonista del movimento sindacale.

Tra i fondi non statali conservati dall’Archivio di Stato di Bari, si segnalano l’archivio storico del Comune di Bari e l’archivio della casa editrice “Giuseppe Laterza & figli”, costituito dalla corrispondenza intercorsa, nel periodo tra il 1901 e il 1959, tra l’editore, i suoi autori e le personalità del panorama culturale e intellettuale dell’epoca, tra i quali Benedetto Croce, Giovanni Gentile, Natalia Ginzburg e Salvatore di Giacomo. 



Ultimo aggiornamento: 04/06/2025